Erdisu, no a una riforma che danneggi studenti e famiglie

È stato depositato agli atti e attribuito alle Commissioni competenti del Consigio regionale il disegno di legge n.208 “Interventi di razionalizzazione e riordino di enti, aziende e agenzie della Regione” presentato dalla Giunta regionale. Tra i vari provvedimenti previsti, di particolare rilievo è quello compreso al titolo V – “Interventi in materia di Istruzione, Università e Ricerca” – con il quale si rivoluziona la gestione del diritto allo studio in Friuli Venezia Giulia, ovvero si interviene direttamente sui diritti e nelle tasche delle famiglie della Regione.
Il principale punto critico della vicenda risiede nella trasformazione degli attuali Enti regionali per il diritto allo studio (Erdisu) in un’agenzia regionale. Si tratta di un passaggio annunciato da tempo e sul quale non si è voluto assolutamente avviare alcun confronto con la comunità regionale, né con le forze politiche, né con quelle sociali, al contrario di quanto la Flc Cgil del Friuli Venezia Giulia chiede da molti mesi. Al contempo l’assessore regionale si rifiuta di convocare la Conferenza regionale per il diritto allo studio universitario, che almeno potrebbe ragionare sullo stato delle cose e sulle prospettive future.
Fra i tanti punti di una manovra che appare demagogica e arrogante, due sono gli aspetti più critici. Da un lato l’espulsione dalla gestione del diritto allo studio degli studenti, i quali passano dall’avere un terzo dei voti del Consiglio di Amministrazione ad essere relegati in un fantomatico “Nucleo di valutazione studentesco”, cui si attribuiscono funzioni consultive e quindi sostanzialmente inutili.
Dall’altro la costruzione di un’agenzia gestita da un’unica persona – il direttore generale – che risponde soltanto alla Giunta e che dispone di una amplissima facoltà di intervento in una quantità di direzioni tale da far prevedere la costruzione di una macchina clientelare a svantaggio dei diretti interessati, gli studenti e le loro famiglie.
Forse non è un caso che che la discussione in Regione prenda avvio nel momento in cui per esami e fine del periodo scolastico gli studenti avrebbero maggiori difficoltà a far valere le loro posizioni, come hanno fatto in passato ogni volta che si è tentato di colpire il diritto allo studio.
La Flc Cgil invita tutte le forze politiche ad aprire il dibattito sul diritto allo studio all’intera comunità regionale, a discutere pubblicamente del ruolo che l’alta formazione deve avere in questo territorio, a evitare scorciatoie e basse manovre che portino al voto in tempi brevi, magari (o “casualmente”) nell’ultima settimana di luglio.

Natalino Giacomini, Sergio Zilli – Flc Cgil Fvg