Emergenza scuola, la Flc-Cgil incontra capigruppo e Anci

Novecentocinquanta posti di lavoro in meno nella scuola, tra docenti e Ata, e quasi altri 200 nell’università, nell’ambito del personale tecnico e amministrativo. Questo l’effetto combinato della Finanziaria 2009 e della legge 133/2008. A lanciare l’allarme è nuovamente la Flc-Cgil del Friuli Venezia Giulia, che domani, mercoledì 29 aprile, illustrerà ai capigruppo del Consiglio regionale l’impatto dei tagli sul prossimo anno scolastico 2009-2010. «Ma lo scenario – denuncia il segretario regionale della Flc-Cgil Natalino Giacomini – diventa ancora più grave se si considerano i possibili effetti dei tagli del Governo su un settore fondamentale come quello della ricerca universitaria e scientifica: tra dottorati, contratti, collaborazioni e borse di studio, infatti, i precari che operano in questo settore in Friuli Venezia Giulia sono oltre duemila».
L’incontro con i capigruppo, in programma in piazzale Oberdan alle 13.30, sarà preceduto da un sit-in di protesta organizzato dalla Cgil all’ingresso del Consiglio. Sempre domani pomeriggio, ma a Udine, la Cgil incontrerà anche il presidente regionale dell’Anci Gianfranco Pizzolitto. «Le forze politiche e le istituzioni – dichiara Giacomini – devono prendere atto che ci troviamo di fronte una doppia emergenza: occupazionale da un lato, sociale e culturale dall’altro, perché vengono messe a repentaglio la qualità dell’istruzione, il tempo scuola e la funzionalità stessa del servizio offerto alle famiglie». Un approfondimento specifico, per la Cgil , dovrà essere inoltre dedicato alla situazione degli istituti tecnici e professionali, «che rischiano di essere trasformati in scuole di serie B o in doppioni degli istituti di formazione».
La Cgil , oltre che alle forze politiche e alle istituzioni, lancia un appello anche alle altre organizzazioni sindacali: «Vista la gravità della situazione – conclude Giacomini – è auspicabile che il fronte sindacale possa ricompattarsi, superando divisioni e incomprensioni che rischiano di togliere forza e efficacia alla protesta dei lavoratori».