Electrolux, esterrefatti per l’uscita dell’onorevole Savino

Siamo veramente esterrefatti per l’uscita su Electrolux dell’onorevole Savino. Mentre il primo maggio Cgil, Cisl e Uil organizzavano la manifestazione nazionale a Pordenone per difendere occupazione, professionalità e qualità dei prodotti, la parlamentare di Fi non ha trovato di meglio che affermare che «non biasima» la scelta della multinazionale di delocalizzare in Polonia, visto il livello di tassazione in Italia. Sembra quasi che quella tassazione sia piovuta dall’alto, quando invece è cresciuta anche durante il lungo periodo del governo Berlusconi.
Il problema, però, non è questo, ma il mancato rispetto della lotta dei lavoratori che si riconoscono in Cgil, Cisl e Uil e che ha portato a un primo risultato con il ritiro dell’intenzione di chiudere Porcia. Perché chi parla di mancanza di rappresentatività del sindacato deve ricordarsi  che Cgil, Cisl e Uil rappresentano assieme più di 12 milioni di lavoratori, dei quali più di 250 mila in Regione, che sono orgogliosi della loro appartenenza anche nei momenti di difficoltà.
Quel primo risultato non basta. Occorre un piano industriale credibile che garantisca la continuità della produzione e valorizzi il patrimonio di competenze e di professionalità dei lavoratori, costruite su anni di identificazione con una fabbrica che rappresentava, e deve continuare a rappresentare, il simbolo di un intero territorio. Il tema da portare in Europa è l’esatto opposto: come hanno detto a Pordenone i nostri leader nazionali, non è possibile che l’Unione nata sui diritti della carta di Nizza e sulla solidarietà del trattato di Lisbona viaggi oggi in direzione opposta sollecitando in nome della libertà di concorrenza il dumping tra Stati e scaricandolo sui salari e sulle condizioni dei lavoratori.
Franco Belci, Giovanni Fania, Giacinto Menis