Edilizia, la protesta dei 5mila caschetti

Arriva in piazza Unità la protesta dei lavoratori e delle imprese edili della
regione. Giovedì 11 aprile – nel giorno del confronto tra gli Stati generali
delle costruzioni e i candidati presidenti, in programma in mattinata alla
Stazione marittima – cinquemila caschetti verranno appoggiati sul selciato di
piazza Unità, davanti alla sede della Giunta regionale, come simbolo dei posti
di lavoro persi dal settore delle costruzioni dal 2008 a oggi: 3.500 operai,
cui vanno aggiunti impiegati e imprenditori delle 700 imprese costrette ad
alzare bandiera bianca dal 2008 alla fine del 2012.
Sedici associazioni, in rappresentanza di un settore che conta 44mila addetti
diretti e 140mila totali, considerando anche l’indotto: oltre un quarto degli
occupati in Friuli Venezia Giulia. Questa la platea di cui si fanno portavoce
gli Stati generali, uniti per lanciare l’ennesimo grido l’allarme sulla grave
situazione dell’edilizia, la cui crisi prosegue anche quest’anno, dopo un calo
che nel solo 2012 è stato del 10% sia tra i lavoratori che tra le imprese,
rispetto al 2011.
«L’iniziativa dell’11 aprile – spiegano Villiam Pezzetta (Fillea-Cgil), Viviano
Cosolo (Filca-Cisl) e Mauro Franzolini (Feneal Uil) – è stata fortemente
sostenuta dal sindacato, nell’ambito dell’azione avviata dagli Stati generali,
con la consapevolezza che senza politiche pubbliche capaci di dare risposte
immediate alla crisi del settore, la situazione rischia di aggravarsi
ulteriormente e di diventare insostenibile». Da qui la scelta di portare in
piazza i lavoratori “fantasma” cancellati dalla crisi.
Giovedì, inoltre, i rappresentanti degli Stati generali, ai candidati
presidenti sarà consegnato un documento con le richieste degli Stati generali.
Richieste, come ribadiscono i sindacati, alle quali la nuova Giunta regionale
«dovrà dare risposte immediate, entro i primi centro giorni dal suo
insediamento». In cima alla lista l’avvio di un piano straordinario per la
valorizzazione del patrimonio pubblico, per gli interventi di manutenzione dei
centri urbani e la messa in cantiere di tante piccole opere accantonate dalle
pubbliche amministrazioni.