Due morti sul lavoro in cinque giorni, è di nuovo allarme sicurezza
«In quella che doveva
essere una giornata importante per il futuro di quest’azienda, con la
presentazione del nuovo piano industriale, ci troviamo a dover
commentare una notizia tragica, che ci lascia scioccati e senza parole,
mettendo tutto il resto in secondo piano». Queste le parole della
segretaria della Flai-Cgil di Udine, Michela Martin, dopo l’incontro con
il presidente del consiglio di amministrazione della Principe di San
Daniele spa, Pietro Galbiati, originariamente convocato per la
presentazione del nuovo piano industriale ai sindacati, prevista proprio
per oggi.
essere una giornata importante per il futuro di quest’azienda, con la
presentazione del nuovo piano industriale, ci troviamo a dover
commentare una notizia tragica, che ci lascia scioccati e senza parole,
mettendo tutto il resto in secondo piano». Queste le parole della
segretaria della Flai-Cgil di Udine, Michela Martin, dopo l’incontro con
il presidente del consiglio di amministrazione della Principe di San
Daniele spa, Pietro Galbiati, originariamente convocato per la
presentazione del nuovo piano industriale ai sindacati, prevista proprio
per oggi.
La tragica morte del giovane manutentore Alessandro
Alessandrini ha sconvolto il programma della giornata e segnato anche
l’agenda del vertice, tenutosi dopo i primi accertamenti sul fatale
infortunio di questa mattina. Infortunio le cui dinamiche, come spiega
la stessa Martin, non sono ancora note al sindacato: «Sappiamo che il
giovane stava lavorando su una macchina per il confezionamento
sottovuoto», dichiara Martin, nel ricordare come la vittima, dipendente
di Principe da circa quattro anni, ricoprisse solo da un anno le attuali
mansioni di manutentore. «Per il momento – dichiara ancora Martin –
possiamo solo esprimere ai familiari il cordoglio e la vicinanza del
sindacato. Attendiamo invece gli sviluppi dei rilievi e delle indagini
in corso per esprimere valutazioni sul merito, sebbene non si possa
escludere che abbia pesato la situazione di forte incertezza in cui
opera l’azienda da oltre un anno e mezzo, con una cassa integrazione
straordinaria ancora in corso e che ha determinato una lunga serie di
stop and go produttivi».
Alessandrini ha sconvolto il programma della giornata e segnato anche
l’agenda del vertice, tenutosi dopo i primi accertamenti sul fatale
infortunio di questa mattina. Infortunio le cui dinamiche, come spiega
la stessa Martin, non sono ancora note al sindacato: «Sappiamo che il
giovane stava lavorando su una macchina per il confezionamento
sottovuoto», dichiara Martin, nel ricordare come la vittima, dipendente
di Principe da circa quattro anni, ricoprisse solo da un anno le attuali
mansioni di manutentore. «Per il momento – dichiara ancora Martin –
possiamo solo esprimere ai familiari il cordoglio e la vicinanza del
sindacato. Attendiamo invece gli sviluppi dei rilievi e delle indagini
in corso per esprimere valutazioni sul merito, sebbene non si possa
escludere che abbia pesato la situazione di forte incertezza in cui
opera l’azienda da oltre un anno e mezzo, con una cassa integrazione
straordinaria ancora in corso e che ha determinato una lunga serie di
stop and go produttivi».
Su quanto accaduto a
San Daniele interviene anche il segretario regionale della Cgil Villiam
Pezzetta, per esprimere l’allarme del sindacato per il secondo
infortunio mortale che si registra in regione in meno di una settimana,
dopo quello verificatosi venerdì scorso all’Interporto di Pordenone.
«Con il graduale ritorno verso una normalità del quadro economico e
occupazionale – commenta – torna purtroppo di pressante attualità anche
il tema della sicurezza. Sappiamo che su questo versante gli ultimi anni
avevano segnato un’inversione di tendenza rispetto a un andamento
virtuoso di progressiva riduzione del calo degli infortuni e temiamo che
le difficoltà dell’attuale fase, segnate da una forte incertezza sulle
commesse e sul futuro, possano creare nuovi fattori di tensione negativi
anche sotto il profilo della sicurezza. Ecco perché le condivise
preoccupazioni per l’evolversi dello scenario economico e occupazionale
non possono mettere in secondo piano un’attenzione alla sicurezza che
deve restare una massima priorità. Non è accettabile infatti continuare a
pagare un tributo così alto in termini di vittime, peraltro anche di
giovanissima età».
San Daniele interviene anche il segretario regionale della Cgil Villiam
Pezzetta, per esprimere l’allarme del sindacato per il secondo
infortunio mortale che si registra in regione in meno di una settimana,
dopo quello verificatosi venerdì scorso all’Interporto di Pordenone.
«Con il graduale ritorno verso una normalità del quadro economico e
occupazionale – commenta – torna purtroppo di pressante attualità anche
il tema della sicurezza. Sappiamo che su questo versante gli ultimi anni
avevano segnato un’inversione di tendenza rispetto a un andamento
virtuoso di progressiva riduzione del calo degli infortuni e temiamo che
le difficoltà dell’attuale fase, segnate da una forte incertezza sulle
commesse e sul futuro, possano creare nuovi fattori di tensione negativi
anche sotto il profilo della sicurezza. Ecco perché le condivise
preoccupazioni per l’evolversi dello scenario economico e occupazionale
non possono mettere in secondo piano un’attenzione alla sicurezza che
deve restare una massima priorità. Non è accettabile infatti continuare a
pagare un tributo così alto in termini di vittime, peraltro anche di
giovanissima età».
Per quanto riguarda
il quadro generale della sicurezza sul lavoro, l’andamento
infortunistico nel corso del 2020 è logicamente segnato dall’emergenza
Covid. Il calo del 25% degli infortuni denunciati che l’Inail ha
registrato tra gennaio e maggio, infatti, è diretta conseguenza della
drastica riduzione delle ore lavorate in seguito al lockdown e
alla crisi economica scatenata dall’emergenza. In calo, sempre nel
confronto con il 2019, anche il numero dei casi mortali, sceso dai 9 dei
primi cinque mesi dello scorso anno ai 6 verificatisi tra il 1° gennaio
e il 31 maggio di quest’anno.
il quadro generale della sicurezza sul lavoro, l’andamento
infortunistico nel corso del 2020 è logicamente segnato dall’emergenza
Covid. Il calo del 25% degli infortuni denunciati che l’Inail ha
registrato tra gennaio e maggio, infatti, è diretta conseguenza della
drastica riduzione delle ore lavorate in seguito al lockdown e
alla crisi economica scatenata dall’emergenza. In calo, sempre nel
confronto con il 2019, anche il numero dei casi mortali, sceso dai 9 dei
primi cinque mesi dello scorso anno ai 6 verificatisi tra il 1° gennaio
e il 31 maggio di quest’anno.