Distribuzione, servono nuove regole. Ma non solo “contro” Amazon

Lo “sbarco” di Amazon in Friuli Venezia Giulia è una notizia positiva. La presenza di un polo logistico della multinazionale statunitense in regione, infatti, non avrà ricadute negative sul commercio tradizionale, dalla grande alla piccola distribuzione, ma un impatto positivo in termini di posti di lavoro diretti e sull’indotto. Chiarito questo, l’apertura del centro logistico di Fiume Veneto è senz’altro specchio di una crescita, quella del commercio on-line, che è anche fonte di preoccupazione non solo per il suo impatto sulla tenuta della rete del commercio “fisico”, ma anche per altri aspetti di importanza sicuramente non secondaria, a partire dalle condizioni di lavoro di chi opera all’interno del commercio on-line, vuoi alle dipendenze dirette di colossi come Amazon, vuoi nel grande indotto della logistica.
Quella del rapporto tra commercio tradizionale e commercio on-line, del resto, è una delle grandi questioni legate alla rivoluzioni digitale con cui devono fare i contri tutte le economie avanzate. Spetta alla politica trovare risposte e soluzioni: le invocano a gran voce anche i rappresentanti della grande distribuzione organizzata, che curiosamente chiedono regole per arginare la concorrenza delle vendite on-line, ma si appellano alla deregulation e alla libertà del mercato quando si pone il problema delle aperture domenicali o della cannibalizzazione della piccola distribuzione e dei negozi di vicinato.
Noi della Cgil, da sempre scettici sulla capacità di autoregolamentazione del mercato, anche in materia di distribuzione, crediamo che la politica debba intervenire affrontando tutte le grandi questioni aperte. Se è giusto chiedere una competizione ad armi pari, a partire dall’aspetto fiscale, tra rete tradizionale e rete virtuale, dall’altro è anche indispensabile rivedere un modello basato sulla proliferazione dei centri commerciali, spesso al di fuori di una corretta pianificazione del territorio, con un impatto sui fatturati e sull’occupazione nullo o comunque molto basso, perché la crescita della grande distribuzione è avvenuta soprattutto a scapito dei negozi tradizionali ed è stata accompagnata da un progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro.
Bene quindi se la crescita del commercio on-line porterà a una revisione del modello di distribuzione e a una migliore tutela della concorrenza, ma a patto che si affrontino tutti i nodi venuti al pettine, compresi quelli della tutela dei lavoratori, di un minore consumo di suolo e di una politica economica e fiscale capace di difendere i negozi di vicinato e la piccola distribuzione, anche come strumento di difesa del territorio, di coesione sociale e di contrasto all’abbandono demografico.
Villiam Pezzetta, segretario generale Cgil Fvg