Collegato lavoro, evidente l’incostituzionalità del decreto

Dopo aver studiato a lungo il cosiddetto “collegato-lavoro”, approvato un paio di settimane fa dal Parlamento, il Presidente della Repubblica ne ha rinviato il testo alle Camere per vizi di legittimità costituzionale. La Cgil e moltissimi giuristi li avevano denunciati già all’indomani dell’approvazione e il Capo dello Stato ne ha rilevato la fondatezza, con particolare riferimento a due aspetti. Da un lato l’obbligo imposto al lavoratore di “scegliere”, all’atto della firma del contratto individuale – e si può capire con quale effettiva libertà – tra il ricorso al giudice e quello all’arbitro nelle controversie di lavoro. Dall’altro la possibilità dell’arbitro stesso  di decidere «secondo equità», e cioè in deroga alle disposizioni di legge che riguardino anche l’esercizio di diritti individuali.
 Siamo ovviamente soddisfatti della decisione del Capo dello Stato. Ci auguriamo che essa possa influire sull’atteggiamento di Cisl e Uil, che avevano “subito” il provvedimento pensando di poter correggere con un atto di nessuna rilevanza giuridica, quale un “avviso comune” tra alcune parti, norme in contrasto con la Costituzione. Da parte mia auspico che il documento per la difesa della Costituzione promosso assieme ai colleghi di Cisl e Uil continui a rappresentare, nella nostra regione, un preciso riferimento per un’azione unitaria volta alla difesa dei diritti costituzionalmente tutelati dei lavoratori e della certezza nell’applicazione della legge.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg