Cassa integrazione ancora su livelli altissimi in Fvg: dall’inizio dell’anno più di 70 milioni di ore

Cala
rispetto ai mesi precedenti, ma resta su livelli altissimi il ricorso
alla Cassa integrazione in regione. Ad agosto, tra cassa integrazione e
fondi integrativi straordinari (Fis), l’Inps ha infatti autorizzato
quasi 7 milioni di ore di ammortizzatori, portando il totale annuo oltre
i 70 milioni di ore. «Livelli semplicemente inconcepibili prima
dell’emergenza Covid-19 – dichiara Susanna Pellegrini, responsabile
delle politiche del lavoro nella segreteria regionale Cgil – e che
testimoniano purtroppo una situazione di difficoltà ancora diffusa. Se è
vero infatti che siamo lontani dai 20 milioni di ore mensili
autorizzate nei mesi del lockdown, aprile e maggio, 7 milioni di
ore sono lo specchio di un’economia che viaggia ancora a scartamento
ridotto, in particolare nel terziario, come testimoniano i valori molto
elevati della cassa in deroga, quasi 2 milioni di ore, e del Fis, con
2,4 milioni di ore». Per dare un termine di comparazione, Pellegrini
ricorda che il precedente picco storico annuo, toccato nel 2014, per il
Fvg era di 29 milioni di ore: «Ad agosto, in un solo mese, l’Inps ne ha
autorizzato un volume pari a un quarto di quel dato, che comprendeva
l’intero anno».
La
crisi, quindi, è tutt’altro che alle spalle, e a metà novembre verrà
meno la copertura della cassa integrazione per Covid, estesa da 18 a 36
settimane con il decreto Rilancio. «Ammortizzatori e blocco dei
licenziamenti – commenta ancora Pellegrini, tornando sull’allarme già
lanciato la scorsa settimana da Cgil, Cisl e Uil in occasione della
mobilitazione nazionale sul lavoro – hanno consentito di limitare
l’impatto della crisi in termini di occupazione e di reddito, anche se a
fronte di dolorosi tagli in busta paga, ma i nodi verranno al pettine
in assenza di un piano straordinario di politiche industriali, a livello
nazionale e regionale, per rilanciare gli investimenti pubblici e
privati e per individuare i settori strategici per la ripresa.
Parallelamente è indispensabile trovare nuove misure di sostegno e nuovi
ammortizzatori per quei settori, come il turismo, gli appalti e vaste
aree del terziario, che sono stati toccati più pesantemente dalla crisi e
che tuttora stentano a ripartire».