Bassa Friulana, chimica ed energia motori del rilancio

«Chimica ed energia possono essere i motori della ripresa, se a guidare il loro rilancio saranno la ricerca, l’innovazione e le politiche per l’abbattimento della bolletta energetica, che in Italia costa il 25% in più rispetto alla media dei principali paesi europei». A sostenerlo è il segretario regionale della Filctem Cgil Giovanni Comparone, analizzando la situazione del comparto, con particolare riferimento al polo chimico della Bassa Friulana.
«A beneficiare di un abbattimento dei costi energetici – spiega Comparone  – sarebbero quei settori a elevati consumi che rappresentano quasi il 50% del nostro manifatturiero e pesano per il 73% sugli acquisti di energia e gas. Energia e gas sui quali le nostre imprese pagano costi sensibilmente più alti rispetto ai loro concorrenti europei. Aziende energivore situate nella Bassa come Sangalli Vetro, Artenius e Taghleef lamentano tra le principali criticità proprio l’eccessiva incidenza dei costi energetici sui costi di produzione. Ecco perché investire su innovazione e ricerca non è soltanto una spinta alla creazione di valore aggiunto e occupazione nella chimica e nel settore energetico, ma anche un aiuto concreto al rilancio di tutto il manifatturiero».
Intanto la crisi continua ad aggredire l’economia reale, il lavoro. Dopo l’annuncio del fermo produttivo alla Artenius di San Giorgio, deciso anche in seguito alle difficoltà della casa madre, la spagnola Seda, desta preoccupazione anche la situazione della Serichim di Torviscosa e dei suoi 22 addetti, mentre per la 3F, ceduta al gruppo finlandese Kemira, si attende la presentazione del piano industriale, anche riguardo al rilancio del sito Europolimeri. «Al momento – conclude Comparone – l’unica possibilità di consolidamento e rilancio della chimica nella Bassa Friulana è legata alla realizzazione del progetto della Halo Industry. Come abbiamo già avuto modo di dire, questo progetto è stato da noi fortemente voluto, sia per le risposte che da dal punto di vista della tutela ambientale, sia perché potrà rendere il sito attrattivo per l’insediamento di altre aziende, contribuendo così al rilancio produttivo, occupazionale ed economico del territorio».