Ata, fumata bianca per i precari. Oltre 100 stabilizzazioni in arrivo

Buone notizie, finalmente, per il
personale tecnicop, amministrativo e ausiliario (Ata) della scuola con
contratti precari. Una prima tranche di stabilizzazioni, 6.000 a livello nazionale,
oltre 100 in
Fvg, è infatti prevista a partire dal nuovo anno scolastico. A comunicarlo le
segreterie regionali di Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola, alla luce dell’incontro di
ieri mattina tra le i sindacati nazionali e i vertici del Miur. Secondo quanto
annunciato dal ministero, le verifiche condotte dallo stesso Miur e dalla
presidenza del Consiglio hanno accertato l’assenza di ostacoli al transito del
personale precario dalle Province, soppresse o in via di sopressione, alle
istituzioni scolastiche.
PROROGA. Novità positive anche
sul fronte dei contratti annuali agli Ata precari, illegittimamente stipulati
con scadenza al 30 giugno invece che al 31 agosto, come imporrebbe la legge.
C’è infatti l’impegno a una proroga quantomeno al 31 luglio, che i sindacati
chiedono di estendere alla scadenza naturale.
PASSO AVANTI. «Si tratta –
dichiarano i segretari regionali Adriano Zonta (Flc-Cgil), Donato Lamorte (Cisl
scuola) e Ugo Previti (Uil scuola – del primo concreto passo avanti nella
vertenza Ata, che non basta a risolvere le criticità nel funzionamento e nella
sicurezza delle strutture scolastiche, ma quantomeno comincia a fare giustizia
nei confronti degli Ata precari, finora ingiustamente esclusi dalle
stabilizzazioni, anche in presenza dei requisiti fissati dalla Corte di
Giustizia Ue».
ASSUNZIONI. Resta però il nodo
dei vuoti negli organici, stimati a livello regionale in almeno 350 Ata, cui
vanno sommati quasi una cinquantina di dirigenti dei sergvizi amministrativi
(Dsga) e di 40 dirigenti scolastici, tanti quanti sono gli istituti in
reggenza. «Il provvedimento sulla definizione delle piante organiche –
dichiarano ancora Zonta, Lamorte e Previti – e ci aspettiamo che porti i primi
risultati concreti anche in termini di nuove assunzioni».
35 ORE. Tra le criticità da
affrontare, come segnalato dalle segreterie regionali in una lettera inviata al
ministero e al direttore dell’Ufficio scolastico regionale, anche le «indebite
interferenze» dei revisori dei conti sull’applicazxione dell’istituto delle 35
ore: «Un istituto – spiegano i segretari – previsto dal contratto, che ne
affida la gestione alla contrattazione tra dirigenti scolastici e Rsu: non si
capiscono pertanto le intromissioni dei revisori, tanto più che riguardano una
materia dall’impatto assolutamente trasdcurabile sui bilanci scolastici. Altri
sono gli aspetti su cui i revisori farebbero bene a concentrare la propria
attenzione, a partire dalla rendicontazione delle spese».