Alpe Adria, perché il conflitto d’interessi va risolto

Non ho sollevato la questione del conflitto di
interessi del segretario regionale della Uil Trasporti per dare lezioni a
qualcuno, ma perché si tratta di una questione che riguarda tutto il sindacato:
investe infatti la percezione che i lavoratori hanno della trasparenza del suo operare,
messa oggettivamente in discussione dal contemporaneo esercizio della tutela
dei lavoratori e degli interessi di un’azienda.
Ovviamente è legittimo e doveroso che ciascuna organizzazione rispetti il
proprio Statuto. L’argomentazione secondo la quale non ci sarebbe un’«incompatibilità
secca» perché il ruolo non sarebbe operativo mi sembra però dimostrare un
imbarazzo confermato quando si parla dell’esistenza di un problema di
opportunità. Quello che non capisco è perché il fatto che a sollevare la
questione di cui si riconosce la fondatezza sia un’altra organizzazione ne
possa “allontanare la soluzione”. Prima di sollevarla pubblicamente infatti la Cgil l’aveva più volte
segnalata informalmente e formalmente alla Uil regionale, che avrebbe avuto tutto
il tempo per risolverla.
Per sottolineare il proprio disagio e senza volerne fare una questione
personale né di rapporti tra organizzazioni, la Cgil non parteciperà perciò più a incontri con il
segretario della Uil Trasporti che riguardino il porto o Trenitalia, le cui
dirigenze hanno concorso con Friulia a nominarlo presidente di Alpe Adria, finché
il conflitto di interessi non sarà rimosso.
Franco Belci, segretario generale Cgil
FVG