Allarme Cgil, sono oltre ventimila in Fvg i lavoratori toccati dalla crisi

Sono circa 21.000, nella nostra regione, i lavoratori coinvolti dall’aumento esponenziale della cassa integrazione, e almeno 2.500 posti di lavoro già persi dall’inizio della crisi. Una crisi che interessa ormai tutti i settori, ma che colpisce in modo più pesante il comparto della meccanica, dove si concentra la metà delle ore complessive di cassa integrazione autorizzate dall’Inps nei primi due mesi del 2009.
Questi i dati illustrati da Franco Belci oggi a Trieste, nel corso della conferenza stampa convocata in vista dello sciopero generale dei mercoledì, proclamato dalla Cgil del Friuli Venezia Giulia nell’ambito della mobilitazione nazionale che porterà alla manifestazione in programma a Roma il 4 aprile. «Una crisi come questa – ha dichiarato Belci – richiede una risposta straordinaria dal punto di vista qualitativo e quantitativo. Per questo già nel dicembre scorso avevamo chiesto al Governo un “pacchetto anticrisi” di almeno 25 miliardi. Oggi tutti riconoscono che avevamo ragione, ma siamo ancora molto distanti da quella cifra e solo con molta fatica – e grazie alla nostra mobilitazione – sono stati trovati 8 miliardi per gli ammortizzatori, che peraltro non sono ancora stati messi a disposizione».
Venendo ai numeri, le ore di cassa integrazione registrate nel bimestre gennaio febbraio in Fvg sono state 1.375mila, oltre il doppio rispetto alle 667 mila autorizzate nello stesso periodo del 2008. Radicalmente cambiata anche la natura degli interventi: se l’anno scorso si erano registrate 127mila ore di cassa integrazione ordinaria e 540 mila di straordinaria, nel 2009 il rapporto si è rovesciato, passando a quasi 1milione di ore di Cigo (+675%) a fronte di circa 400mila di Cigs (-27%). I lavoratori coinvolti dalla cassa, come detto, sono oltre 21mila, anche se con caratteristiche e tempi che variano da azienda ad azienda: «In alcune aziende siamo di fronte a un blocco totale della produzione – ha spiegato Belci – . Nella maggior parte dei casi il ricorso agli ammortizzatori sociali non è continuativa, viene fatto a rotazione o non riguarda tutti i dipendenti. Un milione e 400mila ore in due mesi, in ogni caso, equivalgono a oltre 4.000 lavoratori fermi ogni mese. Senza considerare che a gennaio la maggioranza delle aziende ha effettuato ferie prolungate e questo ha consentito di abbassare di molto il ricorso agli ammortizzatori sociali: nel solo mese di febbraio, infatti, si è registrato circa 1 milione di ore di cassa integrazione».
Il territorio più colpito dalla crisi è sicuramente la provincia di Pordenone, dove la Cigo è aumentata di 20 volte rispetto ai livelli del 2008 e la Cigs di 6 volte. Nella Destra Tagliamento si concentra oltre la metà (56%) delle ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate in regione. Nelle altre province l’aumento della cassa ordinaria è compensato dalla flessione degli interventi straordinari, con l’eccezione di Udine, dove aumentano sia la Cigo (+115%) sia la Cigs (+97%). Nell’analisi dei dati settoriali, infine, spicca quello delle meccanica, che assorbe come detto la metà degli interventi (48%) e registra un aumento esponenziale rispetto al 2007. In forte crisi anche un altro comparto chiave per l’economia regionale come quello del legno: già 219 mila le ore complessive di cassa integrazione autorizzate, pari al 16% del totale e con un vertiginoso aumento rispetto al 2008, quando tra Cigo e Cigs si erano registrate meno di 25mila ore. «E a questi dati – ha aggiunto Belci – sfugge la maggioranza delle aziende artigiane dell’indotto, che stanno pagando anch’esse un dazio pesantissimo alla crisi».
Lo sciopero generale di mercoledì dunque vuole rispondere all’assenza di risposte efficaci da parte del Governo e all’accordo separato sulle regole della contrattazione sottoscritto da Cisl e Uil, sul quale è in pieno corso il referendum promosso dalla Cgil. Dall’astensione dal lavoro, questo l’annuncio dato da Belci, saranno esentati i lavoratori delle aziende metalmeccaniche: «Se negli altri settori – ha spiegato il segretario – la mappa è ancora a macchia di leopardo, nella meccanica la crisi non risparmia nessuno: i lavoratori interessati dal ricorso alla cassa integrazione sono 13.000 mila, cui vanno aggiunti almeno mille posti di lavoro già persi tra contratti a termine non confermati, precari licenziati e lavoratori in mobilità. In una situazione simile non ce la siamo sentita di chiedere ai lavoratori un sacrificio ulteriore, dopo lo sciopero nazionale già proclamato dalla categoria lo scorso 13 febbraio». Settore metalmeccanico a parte, l’astensione del lavoro in regione sarà di quattro ore e dell’intera giornata nella scuola: la data dello sciopero regionale, infatti, coincide l’agitazione nazionale proclamata dalla Flc-Cgil per il personale della pubblica istruzione. In programma anche una manifestazione, che si terrà a Udine: il corteo partirà alle 15 da piazzale Diacono, per concludersi circa un’ora più tardi in piazza San Giacomo, sede del comizio di Franco Belci e del segretario confederale Enrico Panini (seguirà un concerto dal vivo dei Radio Zastava).
Belci ha concluso invitando la Regione a stanziare ulteriori risorse e a rivedere l’accordo sugli ammortizzatori in deroga alla luce delle modifiche apportate dal Governo alla legge 2/2009: «I cambiamenti intervenuti a livello nazionale – ha detto il segretario – richiedono una riscrittura dell’accordo con la Regione , che la Cgil Fvg non ha finora firmato e sul quale aveva chiesto una pausa di riflessione, proprio per risolvere i problemi legati alle incongruità della normativa nazionale. Anche chi ci aveva accusati di non aver firmato per motivi puramente formali, ora può rendersi conto che in realtà la nostra era una richiesta ragionevole. A questo punto, comunque, esistono le condizioni per arrivare alla firma, naturalmente una volta fatte le opportune modifiche. Abbiamo inoltre chiesto all’Assessore al Lavoro di mantenere l’impegno a raddoppiare l’importo destinato ai precari licenziati, tenendo conto del fatto che anche in questo caso il Governo ha raddoppiato le cifre: il sostegno dovrebbe perciò essere portato dal 20 al 40% del trattamento goduto nello scorso anno».
Cassa integrazione, le ore autorizzate nel bimestre gennaio-febbraio (dati Inps)