Case di riposo e privati, ecco perché la Regione sbaglia
A distanza di un mese dalle prime dichiarazioni, l’assessore Riccardi torna a parlare dei servizi residenziali per gli anziani in Friuli Venezia Giulia, ma invece di proporre un cambiamento strutturale del modello di assistenza, ripropone la solita strada: più posti letto, più privato, più istituzionalizzazione.
Lo Spi Cgil Fvg contesta fermamente questa impostazione, che ignora le reali necessità della popolazione anziana e va contro le più recenti indicazioni legislative nazionali, tra cui il DM 77/2022 che riforma l’assistenza territoriale e il D. Lgs. 29/2024 che dà disposizioni sulle politiche in favore delle persone anziane non autosufficienti. Queste norme puntano su assistenza domiciliare, coabitazione solidale, modelli flessibili di cura e partecipazione delle comunità. Ma l’assessore sceglie ancora una volta scorciatoie che favoriscono logiche di mercato, invece di investire su soluzioni che rispettino la dignità, l’autonomia, le relazioni umane e l’inclusione sociale, l’invecchiamento attivo e la prevenzione della fragilità delle persone anziane.
In Regione ci sono oltre 2.000 persone con lieve non autosufficienza che, secondo l’assessore stesso, potrebbero essere seguite al di fuori delle case di riposo. E allora perché continuare a spingere su strutture convenzionate e privatizzazione, invece di rafforzare i servizi di prossimità, domiciliarità e comunità?
Lo Spi Cgil chiede con forza alla Regione di abbandonare l’idea antiquata del “posto letto” come unica risposta e di attuare finalmente una riforma vera, fondata sul potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata, sul supporto reale alle famiglie, sullo sviluppo di coabitazioni protette e centri diurni accessibili e diffusi.
La dignità delle persone non si misura in euro al giorno, né si garantisce con un letto in più. Serve una vera regia pubblica territoriale, con i Distretti e i servizi sociali dei Comuni al centro del sistema e il coinvolgimento di tutte le realtà sociali, sanitarie e comunitarie.
Si conferma una volta di più la completa mancanza di una seria e moderna programmazione regionale pubblica, continuamente sostituita dalle innumerevoli dichiarazioni da parte dell’assessore, che promette rivoluzioni, ma che poi finisce sempre e solamente per insistere sulla “necessità” di privatizzare il sistema sanitario pubblico come unica soluzione per tutti i mali, si tratti di pronto soccorso, radiologie, guardia medica, ospedali o case di riposo.
Renato Bressan, Daniela Bais
Segreteria regionale Spi Cgil Fvg