Il fondo anti-povertà va esteso a tutti i residenti

Modificare il regolamento attuativo del fondo anti-povertà, per estendere a tutti i cittadini regolarmente residenti sul territorio regionale l’accesso alla misura. A chiederlo è Giuliana Pigozzo, responsabile welfare della segreteria regionale Cgil, che definisce «assurdi e irrazionali» i criteri definiti dalla Giunta.
« La Cgil , assieme a Cisl e Uil, ha già espresso le sue critiche al regolamento prima e dopo l’approvazione della Finanziaria regionale», dichiara la Pigozzo. «Crediamo che questa misura – prosegue – vada coordinata e resa omogenea nell’applicazione con gli altri interventi in materia di  welfare. Non si capisce infatti su quali basi i cittadini stranieri vengano esclusi dall’accesso al fondo povertà, quando giustamente essi sono equiparati agli altri residenti nell’accesso ai benefici della Carta Famiglia o nell’abbattimento delle rette per gli asili nido».
Ugualmente discriminatorio, secondo la Cgil , anche il tetto minimo dei 36 mesi minimi di residenza previsto dal regolamento del fondo anti-povertà. «Se l’obiettivo è quello di contrastare l’allargamento delle fasce di povertà – commenta la Pigozzo – non comprendiamo con quale logica venga escluso, oltre ai cittadini extracomunitari, anche chi risiede in regione da meno di tre anni. La logica non deve essere quella di “etichettare” i poveri e dividerli tra poveri di serie A e di serie B, ma di mettere in campo interventi capaci di affrontare in modo coordinato fenomeni spesso temporanei di disagio economico e sociale. Nel regolamento in questione non vediamo nulla di tutto questo, ma solo un meccanismo fondato sulla residenza, figlio di una logica meramente punitiva e discriminatoria».