Turni, sicurezza, assunzioni: sindacati della sanità in pressing sulla Giunta

«Li
hanno chiamati eroi, ma il punto non è questo. Dopo due mesi di lavoro
continuo, periodi di più di dieci giorni senza riposo, diverse ore di
straordinario come regola per ogni turno, i lavoratori della sanità
chiedono un riconoscimento concreto per l’impegno sul fronte Covid-19».i
sindacati di federazione della sanità di Cgil, Cisl e Uil del Friuli
Venezia Giulia sintetizzano così, «a nome di 20mila lavoratori e
lavoratrici del comparto», le richieste avanzate nei confronti della
Regione e delle Aziende sanitarie, rivendicando l’esigenza di «un
confronto a tutto campo sull’andamento delle assunzioni dall’inizio
dell’emergenza, sull’evoluzione dei contagi, sulle risorse che verranno
messe in campo per assicurare i livelli essenziali di assistenza e
coprire i turni aggiuntivi richiesti al personale».
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TRASPARENZA
. Prima ancora di affrontare il capitolo risorse, i
sindacati puntano il dito sulla necessità di una maggior trasparenza da
parte delle Aziende sanitarie e della Regione. «Se è vero che l’Istituto
superiore della sanità ha definito il Fvg un modello per la gestione
dell’emergenza – dichiarano i segretari generali Orietta Olivo
(Fp-Cgil), Massimo Bevilacqua (Cisl-Fp) e Luciano Bressan (Uil-Fpl) –
questo non vale per le relazioni sindacali. Solo dopo reiterate
richieste alle aziende, infatti, queste hanno fornito, e solo
parzialmente, i dati richiesti: trattandosi di una prassi adottata da
ciascuna Ass, crediamo che dietro a questo ci sia una precisa scelta
della Regione e dell’assessorato. Quell’assessorato dal quale attendiamo
ancora un piano sulla destinazione delle risorse aggiuntive 2020, che
abbiamo formalmente chiesto lo scorso 14 aprile. A più di un mese da
quella richiesta, a due dal decreto cura Italia e viste anche le
disposizioni dal nuovo decreto Rilancio, che in tutto destinano 20
milioni di poste aggiuntive a copertura degli straordinari e non solo,
non ci è mai stata inviata alcuna proposta di accordo così come promesso
in fase di incontro».
FVG
IN RITARDO
. Se in Fvg si attende ancora una proposta di partenza, altre
Regioni hanno già chiuso gli accordi con i sindacati sulle risorse
aggiuntive. Da qui la necessità di spingere sull’acceleratore: «Non
soltanto – spiegano ancora Olivo, Bevilacqua e Bressan – per dare un
riconoscimento concreto al ruolo svolto di chi lavora in sanità, e che
ha pagato un duro prezzo al virus in termini di contagi, in tutta la
regione, ma anche per risolvere i problemi aperti, a partire
dall’operatività del comitato regionale sulla salute e sulla sicurezza
dei lavoratori, che si è riunito una sola volta, dalla mancata
costituzione dei comitati aziendali e dalla totale mancanza, con giugno
ormai alle porte, di un piano ferie sul personale. La sensazione,
sconfortante, è che sui protocolli di gestione della sicurezza e
dell’organizzazione del lavoro siano più avanti molti comparti privati
che la sanità pubblica, dove incrociare il virus non è un rischio, ma
una certezza. Se il modello Fvg è solo questo, è davvero il caso di dire
no, grazie».