Per una scuola aperta a tutti, docenti e Ata in piazza a Udine

“Una scuola aperta a tutti e a tutte”, capace di dare un fondamentale contributo alla riduzione delle disuguaglianze economiche e sociali, purtroppo cresciute e sempre più tangibili in questi ultimi anni. Questo lo slogan che sabato 18 novembre mobiliterà il mondo della scuola, con iniziative che coinvolgeranno cento città italiane, tra cui anche Udine, sede della manifestazione regionale indetta da lc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua e Snals-Confsal. L’appuntamento è dalle 10 alle 13 al centro studi, in piazzale Cavedalis, con un’assemblea pubblica dei docenti e del personale Ata, organizzata anche a sostegno della trattativa sul rinnovo del contratto nazionale, recentemente riaperto. 
«La scuola è un bene comune che non può essere oggetto di riforme non condivise e calate dall’alto», si legge nel documento unitario che spiega i motivi della mobilitazione, intitolato appunto “Una scuola aperta a tutti e a tutte”. «L’istituzione scuola – si legge ancora nel manifesto – rappresenta una risorsa fondamentale per la crescita umana e civile delle persone, deve essere aperta senza distinzioni a tutti e rappresenta il settore da cui partire per sostenere lo sviluppo del Paese, con investimenti in linea con quelli realizzati dagli altri Paesi Ocse».
Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua e Snals-Confsal chiedono pertanto di «definire politiche finalizzate a valorizzare l’autonomia degli istituti scolastici e le diverse professionalità che vi operano, garantendo al personale un trattamento in linea con il resto d’Europa sia in termini di considerazione sociale sia di riconoscimento economico». 
Il documento sottolinea inoltre che la scuola non è luogo di addestramento al lavoro, ma «comunità professionale e di apprendimento» il cui compito è educare ed istruire mediante modelli didattici di qualità, assicurando idonei ambienti di apprendimento. «La scuola italiana – conclude il documento unitario – non ha dunque bisogno di proclami o d’improbabili riforme epocali, ma di misure concrete e coerenti inserite in una prospettiva caratterizzata da solidi principi educativi e dai valori affermati nella Costituzione».

Adriano Zonta (Flc Cgil)
Donato Lamorte (Cisl scuola)
Ugo Previti (Uil scuola)
Giovanni Zanuttini (Snals-Confsal)