Migliaia di posti in bilico, la Cgil chiede misure straordinarie
Si avvicina un autunno caldo per l’industria regionale, con vertenze importanti aperte. Ma oltre all’industria, la Cgil sottolinea le migliaia di addetti in bilico nelle Pmi e nel commercio, e la drammatica situazione dei settori turistico-alberghiero, dello spettacolo e dell’artigianato. L’analisi di Villiam Pezzetta, segretario generale della Cgil Fvg, parte proprio dalla grande impresa, ricordando che ci sono situazioni aperte da tempo pre-Covid, una quindicina in regione, che riguardano la Burgo, dove è fallita la riconversione della linea 2 e prosegue il progetto pirigassificatore, la Wärtsilä, che a livello mondiale ha dichiarato 750 esuberi su 19mila dipendenti, la Kipre, con richiesta di concordato presentata a luglio dal fondo dal fondo Wrm, ma cassa integrazione straordinaria e attività su due soli giorni a settimana, la Flextronics, dove ballano decine di interinali, la Colombin, che conoscerà in autunno il piano destinato ai creditori. E ci sono poi, in Friuli, la Dm Elektron di Buja, alle prese con le spettro delocalizzazioni, la Cgs di Feletto, concordato nel marzo scorso, la Safilo di Martignacco, produzione cessata a luglio, la Savio di Pordenone, che ha già fatto ampio ricorso alla Cig prima del “lockdown”, la Presotto di Brugnera, concordato in bianco omologato un anno fa, la Lavinox di Villotta di Chions, altra richiesta di concordato. E poi ci sono i più piccoli, per i quali Pezzetta invoca misure straordinarie come proroga della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti, che devono continuare di pari passo. «Preoccupa soprattutto il futuro di settori duramente colpiti dal Covid – dice Pezzetta – vale a dire turismo e ricettività, spettacolo e quel mondo dell’artigianato che ha visto aderire al fondo di solidarietà 9mila aziende in regione, quando nel 2019 ce n’erano state 300».